AFORISMI

I nemici dei miei nemici sono miei amici. (Ma è sempre vero?)

Quando conviene o si è prevenuti, nulla è più vero d’una bugia; nulla è più falso d’una evidente realtà.

Spesso si vedono più verità dal buco d’una serratura, che da una finestra spalancata.

I sondaggi (ben fatti) sono sbirciatine sul futuro. Come dal buco d’una serratura.

La conoscenza che deriva dai sondaggi è come quella descritta da Platone: ombre della realtà che si proiettano sulle pareti d’una caverna, Dalle ombre è possibile capire se sta passando un cavallo, un cammello o una pecora, ma può essere problematico distinguere un cane dalla pecora,

Non esiste una sola verità, ma tante verità quanti sono coloro che la raccontano.

La libertà di opinione e manifestazione è sterile se non si accompagna al diritto di essere ascoltati.

Il denaro va ai ricchi come l’acqua verso il mare.

Se il miglior sordo è quello che non vuole sentire, il peggior cieco è quello che non vuol vedere. Che dire, poi, da quanti ostinatamente resistono anche alle più evidenti ragioni, obnubilati da un malinteso spirito  di corpo, casta, razza o fede o per tifo e appartenenza?

Le menzogne peggiori sono quelle lasciate intendere dicendo cose inoppugnabilmente vere.

Credo in quel che vedo. Non escludo quello che non vedo. Ma so bene che, a volte, quello che vedo può essere un inganno.

Il vero somaro non è l’asino che sa di essere tale, ma quello che si crede cavallo (o vuol far credere di esserlo).

Lega l’asino dove vuole il medesimo: l’importante è che rimanga legato.

Il massimo della menzogna è spacciarsi per detentori unici della verità.

La verità spesso annega in mezzo a un mare di bugie.

La persona elegante non è mai alla moda.

La pipì scappa quando scappa; ma, quando scappa, scappa.

Stando in mezzo ai fili d’erba vedi solo le formiche leone o lo stercorario. Solo l’aquila e il condor vedono la foresta.

Il mondo è sempre dove sei tu.

Gesù di Nazareth, che non era agricoltore, sosteneva che gli alberi si riconoscono dai loro frutti.

Il lato bello dell’inverno è che non devi annaffiare tutti i giorni i fiori, né tagliare l’erba del giardino.

Uno dei rischi delle democrazie moderne è la dittatura delle minoranze attive.

La dittatura delle minoranze: spesso le democrazie moderne sono ostaggio di alcune minoranze: da un lato le minoranze incerte e senza idee (che decidono il proprio voto all’ultimo minuto in base  a uno slogan o un’emozione); dall’altro gruppi e gruppuscoli rumorosi e irriducibili che tendono ad instaurare una specie di dittatura minoritaria. Le lobby sono tra queste.

Se vuoi fare presto, non avere fretta.

La moneta cattiva scaccia sempre quella buona e nel mercato circola solo quella fasulla.

Il socialismo reale non è stato sconfitto dal capitalismo, ma dal burocratismo zarista.

Mettere un divieto di sosta è molto più facile che creare un parcheggio.

Le aziende familiari spesso sono come delle federazioni di direttori generali.

I sette vizi capitali del socialismo reale (ma non solo): 1. apatia o mancanza di entusiasmi; 2. pigrizia; 3. conformismo; 4. burocratismo; 5. parassitismo; 6. unanimismo delle decisioni; 7. sicurismo o deresponsabilizzazione. [febbraio-marzo 1988]

Molte grandi ingiustizie vengono perpetrate applicando cavillosamente la legge: è quello che io chiamo legalismo fraudolento.

Nei bagni della facoltà di giurisprudenza di Palermo, incisa su una parete c’era una scritta di chiaro linguaggio goliardico, ripetutamente mal coperta da nuova vernice. La riporto come la ricordo:

Se quella notte in cui fu concepito il duce,

Rosa, animata da suprema luce,

avesse offerto al fabbro predappiano

invece della figa il deretano,

l’avrebbe presa in culo quella sera

Rosa soltanto e non l’Italia intera.

Alla base di ogni grande fortuna c’è semore un grande monopolio.

La pubblicità mente anche quando dice cose vere.

Gioco di disambiguazione 1: per assecondare il secondo secondino, secondo le regole della seconda, il secondo attese un secondo e un secondino, prima di ordinargli un secondo secondo, mentre ingranava la seconda.

Gioco di disambiguazione 2: in questo contesto, tratto dal fatto che tutto ad un tratto, ma sempre col suo solito tratto, venne attratto da un trattore che gli mostrava il suo ritratto su un trattore e, per un bel tratto, l’ha tratto fino all’ultimo tratto del tratturo, trattandolo sempre come io solitamente lo tratto. Ma ora con tratto di penna ritratto tutto.

Nessuno farà mai una rivoluzione per il caviale o lo champagne.

Le rivoluzioni si fanno sempre a pancia vuota.

Spesso si dice: “vorrei, ma non posso”. Più spesso, invece, bisognerebbe dire: “vorrei, ma non so come”, oppure “vorrei, ma non ne ho il coraggio”. Con molta sicncerità un amico diceva: “vorrei, ma non voglio”.

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