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Appunti da sviluppare

Stampa e lettori

Molti lettori scelgono i giornali da leggere non per essere informati, ma per essere confortati nelle proprie opinioni. Conseguentemente, numerosi giornali non sono più degli strumenti di informazione e di libera critica, bensì dei “beni di conforto” per i lettori più fedeli.

Solo le pubblicazioni apparentemente più lontane dalla politica, possono in qualche modo influenzare i propri lettori, in quanto questi ultimi nel leggerli non mettono in atto i meccanismi di difesa che solitamente adottano nei confronti delle testate che notoriamente militano nel campo avverso.

Motori dell’innovazione

L’innovazione americana è alimentata da tre motori principali: l’esercito e la NASA con le loro commesse, e il capitalismo di rischio o ventura.

Senza strumenti di questo tipo, in Italia, ma più generalmente in Europa, parlare di innovazione è mera velleità o demagogia.

Forse dovremmo cercare di sostituire la funzione propulsiva delle sperimentazioni militari con quelle per la sanità; ma si possano fare esperimenti con la salute delle persone?

Ci sarebbe anche il campo delle energie alternative, ma quale ente se ne dovrebbe assumere il compito?

E per quanto concerne il capitalismo di rischio, come si fa a cambiare la mentalità del popolo delle obbligazioni garantite e delle banche truffaldine?

Come promuovere il capitalismo di rischio

Un modo per favorire il capitalismo di ventura potrebbe consistere nell’obbligare alcuni tipi di istituzioni finanziarie ad investire in attività di rischio almeno una certa percentuale del loro investimento totale, con il limite di non potere acquisire a tale titolo partecipazioni in aziende che esistano, mettiamo, da più di due o tre anni e di non potere detenere un dato titolo per un periodo superiore a cinque anni.

Eccessivo costo delle fiere in Lombardia

I responsabili della Regione Lombardia pretendono di arrogarsi un compito di promozione dello sviluppo economico che probabilmente non compete loro. Quando, però, si trovano nelle condizioni di potere realmente intervenire a favore delle imprese, come ad esempio nel settore fieristico, preferiscono aggrapparsi a politiche di strozzinaggio nei confronti di espositori e visitatori, pur di non compromettere il flusso di prebende e consulenze a favore di confraternite, amici e familiari.

Senza avere i costi e i visitatori, ad esempio, di quelle tedesche, le fiere di Milano oggi sono tra le più costose d’Europa. Ma neanche quelle di Bologna scherzano.

Se alle loro tariffe si dovessero applicare le regole dell’equo canone, sarebbero certamente fuori legge.

La liberalizzazione dei taxi e il rafforzamento dei monopoli bancari

La battaglia contro le posizioni micro monopolistiche condotte dal ministro Bersani coincide con una contemporanea creazione di alcuni maxi monopoli in un settore chiave dell’economia, come quello bancario.

Mi chiedo che senso abbia liberalizzare le licenze dei taxi se nelle stesse ore il governatore della Banca d’Italia consente concentrazioni bancarie come quelle tra San Paolo-IMI e Intesa oppure tra UniCredit e Banca di Roma.

D’accordo che le banche italiane forse sono troppo piccole per potere competere a livello internazionale, ma la loro crescita deve avvenire uscendo dal provincialismo tutto italiano. Le fusioni vanno fatte quanto meno a livello europeo e non riducendo ulteriormente la già modesta competitività del sistema bancario italiano.

Primarie: il rischio è il cesarismo

Mi rendo conto che un abuso delle primarie possa usurarne il valore, fino a banalizzarlo. Tuttavia, se non si sviluppano regole e metodi di effettiva democrazia di base, il sistema delle primarie applicato solo alla elezione del candidato premier o del segretario nazionale del PD rischia di diventare un nuovo tipo di cesarismo, che tanto democratico non è.

La sottorappresentanza democratica della società civile

Il vero problema oggi non è la sottorappresentanza delle donne negli organismi politici, ma la sottorappresentanza della società civile.

Gli organismi politici pullulano di dipendenti pubblici, medici, avvocati e sindacalisti. Negli enti locali sono numerosi gli architetti, gli ingegneri e le persone legate al mondo dell’edilizia. Mancano invece gli operai veri, le segretarie di azienda, dirigenti e quadri intermedi di azienda, commercianti, imprenditori industriali e artigiani. Insomma mancano i rappresentanti di almeno tre quarti della popolazione. Perché meravigliarsi allora se i loro problemi vengono ignorati o mal compresi?

Il mondo delle imprese reagisce a questa carenza rappresentativa con le attività di lobbying. Ma gli altri?

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